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Fake, Raid e Muri

COSA SONO I FAKE ?

…Erano le 4 di mattina, il cielo era ancora scuro e il Generale venne a svegliarmi.
Davanti a me un soldato a cavallo, ansimante, continuava a ripetere: ‘dobbiamo attaccarli ora, sono appena andato a controllare e dormivano tutti’. Il nostro esploratore non aveva dubbi, era il momento giusto.
Mi fissava negli occhi: ‘Te la senti?’. ‘Certo Signore!’ fu la mia risposta, anche se le gambe mi tremavano vistosamente.
Non ero mai andato in prima linea, non avevo ancora mai ucciso nessuno.
Armatomi, partii.
Cominciavo a camminare nella nebbia con una lieve luce biancastra che illuminava la mia direzione, il sole stava sorgendo ma dovevo approfittare della poca luce.
Ero solo, nella foschia, e camminavo ascia in mano verso una morte sicura.
Di colpo sentii dei passi alle mie spalle, di scatto mi girai impugnando l’ascia, il sudore mi appannava la vista e le gambe non era pernulla salde sul terreno. Riconobbi una giubba come la mia, era Ernesto, mio compagno di campo.
Anche lui era stato inviato a combattere e proseguimmo insieme per la nostra strada, in due, facendoci forza a vicenda e sparlando delle forze nemiche che andavamo ad affrontare.
La fatica si faceva sentire dopo un paio d’ore di cammino, ma fu la che i nostri cuori si risollevarono: scorgemmo un altra coppia di combattenti, anche loro armati d’ascia e con quella giubba color verde scuro che ci distingueva. Con loro eravamo quattro e certo avremo fatto soffrire il nemico,
Quei quattro però non avrebbero mai fatto il lavoro che avremmo fatto in sei, e fummo sollevati dall’incontrare altri compagni, e poi altri ancora fino a formare un esercito.
Si: UN ESERCITO!
Eravamo noi, soldati semplici mandati da molti accampamenti a fare una sortita, incontro a morte certa, eppure ora eravamo forti ed uniti contro un nemico che non poteva certo aspettarselo.
Il sole era li, pronto a sorgere, ed avremmo certo lasciato nel cielo una scia rossa per ricordare le morti che l’alba stava portando…

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COSA SONO I RAID ?

Quel sacco sulle spalle pesava troppo, dovevo fermarmi.
Lasciai cadere il pesante fardello sul terreno mentre camminavo con i miei compagni: ‘Non ce la faccio più, fermiamoci per un po, accampiamoci qua’.
‘Nossignore, dobbiamo tornare all’accampamento per riportare a casa il bottino!’
Era davvero stancante portare quel sacco sulle spalle per tutta quella strada, ma era il mio dovere.
Pensai: ‘Sono nato per combattere, non certo per essere caricato come un mulo, e la prossima volta andrò in giro ad ascia sguainata per uccidere chi si parerà sulla mia strada!’
Ma stavolta gli toccava portare a casa il bottino, e nulla più.

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COSA SONO I MURI ?

‘Impossibile’.
La sua voce gelata risuonava nell’oscurità della vallata.
Il nemico sapeva della sua assenza e non pensava di trovarlo li, sveglio, a comandare il suo esercito e tutti i rinforzi inviati prontamente dagli alleati.
‘Sperano veramente di far breccia nelle mura dalle mie città?’
Volse uno sguardo interrogativo ad una sentinella, che abbassò lo sguardo timorosa di sbagliare la risposta.
Poi, con voce tremante, replicò: ‘Non potevano aspettarsi il tuo ritorno, GisE’
‘Hai ragione, ma con le mie sole forze non avrei retto uno scontro frontale così duro, ma guarda cosa attende l’ignaro nemico…dobbiamo ringraziare i nostri alleati se ora siamo qui a goderci lo spettacolo’
Il silenzio calò nuovamente, ma sarebbe durato solo pochi altri secondi.
Una tromba risuonò dall’alto di un torrione e tutti nella valle udirono le secche parole pronunciate dal comandante: ‘E’ il sangue del nemico che rende prospera la nostra terra: domani i nostri raccolti saranno migliori!’.
Uno scalpitare di zoccoli riempì improvvisamente l’aria, e le lance di migliaia di fanti si unirono per correre dritte verso il petto del nemico. In pochi istanti la battaglia era finita, e i nostri tornavano a casa con le armatura ancora lucide, data la poca capacità bellica mostrata dal nemico.

‘Eccoci, ancora una volta vincitori’.
Si avvolse nel rosso mantello e, girando le spalle al nemico senza più vita, si diresse verso l’accampamento.
By Tazmania

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